Q4U è un progetto che combina insieme varie componenti, dal videogame alla performance al cinema d’azione, nel linguaggio interattivo del web..
Feng Mengbo rielabora in una personale visione il famoso videogioco Quake III Arena ( Q3A) sostituendo se stesso agli originali 32 personaggi ( cyborg, rettili e mostri vari) e dicendo così il protagonista di una concatenazione di avventure micidiali che si svolgono nella immensa audience di internet, tra centinaia e anche migliaia di giocatori.
Nella mano destra un’arma spaziale e nel,a sinistra una telecamera , l’avatar di Mengbo si aggira in uno spazio tridimensionale, pieno di effetti spettacolari e di suoni, sparando all’impazzata.
La natura violenta del videogioco è nello stesso tempo esaltata e destrutturata, nell’assoluta confusione tra i ruoli e nell’intersecarsi di spari da parte di tutti contro tutti.
Non esente da un’ironia di stampo dadaista, Q4U mira a sollecitare indirettamente una riflessione sulla perdita di identità nel destabilizzante intreccio di messaggi mediatici del mondo attuale.
Q4U è stato presentato a Documenta II a Kassel , e in seguito i varie altre manifestazioni , nell’impianto di una installazione interattiva con tre postazioni internet e altrettanti grandi schermi.
È possibile connettersi attraverso il sito www.mengbo.com.
Fonte: Arte Elettronica, Silvia Bordini, Giunti Editore, 2004.
Mario Canali si rivolge a conferire una dimensione estetica e mitizzante alle forme di interazione della realtà virtuale, basata su dispositivi immersivi che ricostruiscono artificialmente, nel corpo stesso dei partecipanti, sensazioni fisiche analoghe a quelle prodotte dai sensi, vista, udito,tatto orientamento nello spazio e nel tempo.
Definita da Canali come <<il mondo delle idee-corpo>> , la realtà virtuale è interpretata in quest’opera come un sistema simbolico e matrice di esperienze totalizzanti.
Satori è un ” luogo al nemico d’esplorazione” che fa interagire due persone provviste di casco e jolly-stick in uno scenario di materia dinamica, nello spazio e nel tempo di un racconto popolato di suoni , oggetti, luoghi, eventi, metafore. I due protagonisti percorrono le tappe di un tragitto che attraversa lo spazi del tempo del vento e quello della luce , lo spazio dell’amore pioggia è quello dell’obelisco, fino a incontrarsi nello spazio degli uomini , vertice simbolico dell’illuminazione che da’ il titolo all’opera.
Testi: Silvia Bordini.
Testo: Silvia Bordini.
Nel 1969 il gallerista Gerry Shum annuncia la nascita di una galleria di tipo nuovo, dedicata alla trasmissione delle opere immateriali della video arte, la Fernseh Galerie di Dussendolf.
L’anno successivo Shum produce Identifications, proponendo la registrazione delle “azioni ” di numerosi artisti internazionali.
L’iniziativa di Shum e le sue riflessioni sull’identità e la fruizione del video va a toccare il problema complesso dell’accoglienza da parte del sistema dell’arte di opere diverse dal solito, mobili, fluide, luminose sonore: caratterizzate da una componente tecnologica nuova di difficile gestione, da una temporalità specifica e perentoria, dalla immaterialità del supporto e, nelle videoistallazioni, da una flessibilità bei confronti di luoghi e contesti spaziali, cui si aggiunge l’imperativo della risposta del pubblico nei lavori interattivi. Opere, inoltre, ce non rientrano nel circuito commerciale degli oggetti artistici.
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