Lo spazio pubblico di una stazione della metropolitana solitamente frenetico e rumoroso viene rallentato per mezzo di una telecamera permettendo allo spettatore di percepire gesti minimi e momenti intimi normalmente non visibili all’occhio umano.
Nel video l’artista multimediale compie un’indagine psicologica sui volti che passano davanti la videocamera.
Il video sembra raccontare la grande famiglia umana in un’alternanza di tensioni, desideri e rassegnazione.
La raffinatezza delle immagini insieme ad uno scenario a prima vista banale ma in realtà grandioso (per il materiale umano offerto all’occhio dell’artista) rendono questo lavoro una perla della videoarte contemporanea.