Anacleto Vitolo A.K.A. AV-K / K.lust / Kletus.K parte dei collettivi X(i)NEON, Internos e Algebra del Bisogno, nasce il 2 Agosto 1985 a Battipaglia (SA). Inizia il suo percorso musicale nel 1998 come dj in ambito prevalentemente Hip Hop. Poco dopo comincia ad interessarsi alla produzione musicale fino a giungere allo stile che oggi si concretizza in un mix di elementi quali Industrial, Trip Hop, Glitch, Ambient, Noise, Musica Concreta, Drone e Impro free-form. Si laurea in Nuove tecnologie dei linguaggi musicali presso il conservatorio di Salerno. Nel 2008 partecipa alle selezioni per il Meitech 2008 (Meeting delle etichette indipendenti – sez musica elettronica) attestandosi come l’unico vincitore del Sud Italia. Nel 2010 partecipa al festival FLUSSI 2010 e 2014 calcando lo stesso palco che vede coinvolti maestri dell’elettronica contemporanea quali Murcof, Thomas Fehlmann, Mokira, Mount Kimbie, etc. Opening act per diversi artisti della scena italiana e internazionale come Vladislav Delay, Emanuele Errante, etc. Nel 2013 firma un contratto di pubblicazione con FatCat. rec. Nel 2015 prende parte al MiRA festival di Barcellona, a nome AV-K , condividendo lo stage con nomi de calibro diAndy Stott, Ben Frost, Richard Devine, Prefuse 73, Nosaj Thing e molti altri.
Lo intervistiamo oggi per Spazio Concept alla luce di molti nuovi – e come sempre polimorfici – lavori.

Partirei dal tuo ultimo progetto che ti vede a fianco a Imma Battista, la composizione audiovisiva L’una, presentata e premiata nell’ambito della IV edizione della Biennale di Arte Contemporanea di Salerno…
L’Una è un’opera pensata per la IV edizione della Biennale di Arte Contemporanea di Salerno, che avrebbe dovuto aver luogo nel 2019, in concomitanza con il 50° anniversario dall’allunaggio e che, causa emergenza covid, è stata rinviata ed ha avuto luogo quest’anno.
Il titolo dell’opera è nato, come spesso mi accade, giocando con la parola Luna, e alla sua assonanza con (L’) Una, a ricalcarne l’unicità e la bellezza.
Il testo è stato composto da Imma Battista, pensato per essere interpretato dalla performer Gaia Bassi. Io mi sono occupato della composizione audiovisiva, che nella sua componente musicale è stata realizzata unicamente a partire dalla voce registrata e successivamente manipolata e organizzata.
La parte visuale è invece in gran parte costruita dalla trasfigurazione della cover foto dell’opera, realizzata da Luca Fresolone.
Nell’ultimo album che hai prodotto a tuo nome insieme a Gianluca Favaron, troviamo la traccia Hybrid (to Cathy Berberien), qual è il tuo rapporto con la/le voci nell’ambito della produzione?
Strano! Son sempre stato un ascoltatore di musica prevalentemente strumentale, ma pensandoci bene la voce nelle sue varie declinazioni è presente sin dall’inizio nei miei lavori. Le mie prime produzioni hanno a che fare con il rap (Internos) e con la poesia (Framedada, con la voce recitante di Alfonso Amendola e Algebra del Bisogno, insieme alla violista Michela Coppola e all’attore Antonino Masilotti), mentre negli ultimi anni ho avuto modo di collaborare con Enrico Tiberi (nrec) contribuendo con l’elettronica al suo talento vocale e (poli)strumentale. In generale approccio alla voce come a qualsiasi altro strumento/materiale sonoro, sono invece estremamente intrigato dal potenziale della parola e della sua destrutturazione.
Il formato audiovisivo è qualcosa che fa parte del tuo percorso da tempo, ti avevamo lasciato nel 2019 con un’opera mozzafiato, Slow down, secondo capitolo dell’esperienza come K.lust, come si era articolata in quel caso la relazione suono immagine?
Slow down è nato dalla collaborazione tra me e l’amico Pasquale De Divitiis, autore del concept che sta dietro al video e grazie alla preziosa collaborazione di Raffaele Sprovieri, registra e autore delle riprese insieme a Francesco Nunziante, nonché dalla preziosa interpretazione di tutti gli attori in scena che mi hanno onorato di aver abbracciato il progetto. L’idea dietro a Slow Down, così come a tutto il progetto K.lust, è quella di circolarità e di ciclicità, come quella degli eventi che scandiscono la nostra vita, sia in accezione positiva che negativa. Slow down vuole raccontare come lo scorrere degli eventi e delle vite sia indistricabile intreccio di eventi parte di un unicum inscindibile e, in qualche modo, inarrestabile, nel suo procedere imperterrito.
Per chi non conosce il tuo lavoro è forse giusto entrare un po’ più nel dettaglio e soffermarsi un po’ sulle diverse “pelli”, diverse identità e nomi con cui negli anni hai operato. Potresti raccontarci meglio questo aspetto in relazione alla tua ricerca e alle sue mutazioni?
Il mio primissimo moniker, come beatmaker e turntablist è (stato?) Kletus.K, con cui ho pubblicato il primo lavoro autoprodotto nel 2008 (pur essendo attivo dai primissimi anni 2000 come dj), i 2 dischi insieme al MC A.Rota.B, al secolo Domenico Stellavatecascio (come Internos) e i dischi di Moonchild(s) (insieme a Enosferato e Nabla) e Promo, pubblicati con Cogwheel rec press, piccolissima etichetta “alt-rap” che ho gestito per un breve periodo. Nel 2011, infatuatomi delle pubblicazioni Mille Plateaux e Morr music, ho pubblicato “Enchantment” come K.Lone, progetto ambient glitch con il quale ho lavorato anche ad alcune collaborazioni tra cui quella con Enrico “nrec” Tiberi, musicista e ingegnere del suono straordinario e talentuosissimo (metallaro come il sottoscritto!) insieme al quale è in cantiere un full length stavolta a nome K.lust.
K.lust é invece il mio progetto (post) techno, nato dal mio amore per le produzioni della mitica Chain reaction e, non lo nascondo, per Vladislav Delay, a mio avviso uno tra i più talentuosi ed eclettici musicisti attualmente in circolazione.
Tutti questi moniker, in parte ormai inattivi o quantomeno in letargo, li ho riuniti sotto la sigla AV-K prod, trademark inizialmente utilizzato per raccogliere tutte le mie produzioni da cui ho successivamente mutuato il nome per quello che tuttora considero se non quello principale, uno dei progetti che mi sta più a cuore: AV-K

A nome AV-K ho pubblicato 2 ep ambient/drone sulla mitica Laverna.net label, storica realtà sonica del panorama italiano, e un album, “Fracture”, nel 2015, dalle sonorità vicine al post-industriale e al noise con una forte componente ritmica seppur opposta per intenzione alla scansione quasi ballabile dei dischi targati K.lust.
Fracture è stato anche l’inizio del sodalizio con il grandissimo Andrea Maioli, visual artist di grandissimo talento, oltre che grande amico, con il quale abbiamo portato l’omonima performance audiovisiva in diversi contesti tra cui il prestigioso Mira festival di Barcellona. Con lui il sodalizio è continuato con alcune opere (Il Mostro) ed installazioni e siamo tuttora al lavoro su una nuova live performance audiovideo.
Ad oggi, AV-K e K.lust sono, insieme alle pubblicazioni a mio nome di battesimo, generalmente più vicine ai territori della musica “colta” (definizione orribile, lo so) i progetti solisti ancora attivi e con i quali tendo a suddividere le mie release.
Oltre a questi ci sono le collaborazioni con il Maestro Gianluca Favaron, cui devo molti degli ascolti che mi hanno portato ad apprezzare determinati territori musicali, “Zolfo” e “Overgrowth”, quella con il mio fratello acquisito Luca Buoninfante con cui ho pubblicato 3 lavori, il duo X(i)NEON insieme al contrabbassista e amico Francesco Galatro, AVSA insieme a Sergio Albano e i sopracitati Internos, Algebra del bisogno e Framedada.
Nell’ultimo periodo invece si è stretto il sodalizio con l’amico e artista Francesco Giannico, recentemente concretizzatosi del progetto “Etopèa”, installazione e performance audiovisiva nata da una residenza a Taranto Vecchia, commissionataci dal festival Vicoli Corti, nonché con alcuni talentuosissimi musicisti tra cui il M° Francesco Massaro, il percussionista Lucio Miele, il sassofonista Michele Vassallo e il contrabbassista Gabriele Pagliano.
Last but not least il lavoro che da tempo portiamo avanti con l’artista e amico Licio Esposito sulla sonorizzazione del cinema muto dei primi del ‘900 e ultimamente, sul defunto Maestro ceramista Ugo Marano, com un film e una mostra nata da un’idea di Licio cui io e Luca (Buoninfante) abbiamo avuto l’onore di dar “voce” con i suoni creati a partire dalle straordinarie opere di Marano.

Il tuo percorso è anche segnato dalla collaborazione con diversi collettivi, tracceresti per noi una panoramica, dal passato fino ad oggi, delle realtà con le quali hai lavorato a contatto?
In primis vorrei citare la bellissima realtà di Manyfeetunder, piccola label autoprodotta e autogestita dell’amico artigiano, come lui ama definirsi, Vincenzo Nava, in arte dramavinile, che non smetterò mai di ringraziare per aver creduto in me sia artisticamente che umanamente e che mi ha voluto al suo fianco nella direzione di MFU. Un’esperienza fondamentale e formativa per me sotto tutti i punti di vista.
Liven, il mio primo disco a nome K.lust è stata invece l’occasione per sancire in maniera ufficiale la collaborazione con l’etichetta Stochastic Resonance di Lorenzo (Scual) e Dario (Ynaktera), mentre Zolfo con Gianluca quella con l’ottimo Stefano Gentile (13/Silentes/St.an.da/etc.)
Discorso a parte è quello di Zeugma, realtà che mi ha visto tra i fondatori insieme a Francesco Gainnico, Emanuele Errante, Giulio Aldinucci ed Enrico Coniglio, che nasce con l’intento di promuovere la cultura del suono in Italia in un’ottica quanto più inclusiva possibile, con lo scopo di diffondere soprattutto oltre la nostra cerchia ristretta, il suono e le forme d’arte annesse e connesse che sono vicine alla sensibilità di tutti i membri del collettivo. Landscape è una prima call/esperimento che ha messo insieme oltre 60 artisti partecipanti e ha prodotto un audiovisivo composto dai primi 10 classificati e che stiamo cercando di far girare il più possibile nell’ambito di festival e realtà che hanno scelto di abbracciare il nostro intento divulgativo e che non smetteremo mai di ringraziare per il supporto che stanno dando alla comunità con la loro voglia di fare!
Quali progetti attendono le tue molte identità per il futuro?
Ci sono tanti progetti in cantiere, dischi con alcuni dei nomi di cui sopra, live/installazioni audiovisive e tutto quello che mi incuriosirà e avrò la possibilità di portare avanti!


