L’orchestrazione, l’organizzazione e il riutilizzo in modo creativo di campioni audio prelevati sul campo sono ciò che caratterizza il lavoro di Francesco Giannico, musicista che ha dedicato al field recording gran parte della sua vita, fondando dapprima AIPS (Archivio Italiano Paesaggi Sonori) e recentemente Zeugma, Collettivo per la Diffusione della Cultura del Suono.

Thurston Moore descrive Giannico come un “giovane compositore elettroacustico italiano nel cui lavoro possiamo ascoltare i moti di tutto, da Luigi Nono a Toru Takemitsu”.

La sua musica affascinante e piena di strani dettagli è frutto di un percorso estremamente libero in cui parti composte e suonate accolgono e dialogano con registrazioni di campo rielaborate, a partire da un forte slancio narrativo.

La sua produzione discografica è davvero prolifica e il suo più recente album è MISPLACED, uscito IL 28 marzo 2021 per la nuovissima label ADESSO.

Per la prima volta in formato udibile, un’intervista aperta con Francesco a partire dalle nostre domande:

1. Il field recorder è come l’osservatore nella meccanica quantistica, che col suo atto di misurare materializza una realtà. Come ti sei avvicinato a questa pratica, con quale necessità quali paesaggi sonori ti hanno stimolato di più in questo senso?

2. Qual è la relazione che istituisci tra soundscape e comunità?

3. Dopo l’esperienza di AIPS (Archivio Italiano Paesaggi Sonori) ora sei parte del Collettivo Zeugma, di recentissima fondazione. Puoi raccontarci qualcosa?

4. Il tuo ultimo album, uscito per la nuova etichetta Adesso, è intitolato Misplaced… “fuori luogo” o “smarrito”, qual è il luogo da cui ti sei sentito escluso o in cui ti sei sentito smarrito in questo momento così particolare che coincide con la produzione del disco?

5. Oltre al mondo delle field recordings ci sono molti altri tuoi lavori in cui registrazioni di campo entrano a far parte di qualcos’altro, diventano vere e proprie composizioni arrangiate.

Come avviene questo processo?

6. L’unione di field recordings e altri suoni potrebbe suggerire l’idea di altri mondi immaginari. Non a caso, uno dei tuoi album più recenti si intitola proprio Les mondes imaginaires e parte da un’idea speculativa basata su una soluzione delle equazioni di campo di Einstein in relatività generale.

Secondo questa ipotesi, nel 20134 il motore a curvatura Alcubierre permetterà agli umani di visitare esopianeti.

Come guida la tua musica questa parte speculativa? Pensi mai ai suoni di esopianeti?

7. C’è da dire che in questo periodo il nostro pianeta ci è sembrato sicuramente diverso, mutato… anche a livello acustico. Da questo nasce il tuo progetto di conversazioni Locksound… vuoi raccontarcelo?  

Tracklist:

Francesco Giannico – Hyades, LES MONDES IMAGINAIRES I Time released sound 2019

Francesco Giannico – Black Body, MISPLACED, Adesso 2020

Francesco Giannico – Zeno Effects, MISPLACED, Adesso 2020   

Field recordings estratte da Francesco Giannico, mappa sonora di Vallo di Nera (2019)

Progetto LOGOS realizzato per  Umbria una Terra che ti Muove / C.U.R.A Centro Umbro Residenze Artistiche.

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