NODE 2018 – PARADOXES, INTERVISTA A ORTOGRAPHE

[Testo: Marta Lanteri]

Una chiacchierata a tu per tu con Ortographe e in particolare con Alessandro Panzavolta che ha risposto alle nostre domande su ciò che accadrà al Civico Planetario di Modena durante il live di Caterina Barbieri per NODE 2018Paradoxes è un format che combina di volta in volta il live di un artista del suono con effetti di luci tridimensionali. Il tutto avviene all’interno del planetario partendo proprio dalle stelle in un’esperienza immersiva e multisensoriale. […] quella fusione di udito e di vista che gli antichi cinesi definivano “luce degli orecchi”. Per le culture superiori orientali e per la mistica medievale europea, questa fusione non era affatto insolita; ma l’uomo moderno avverte ormai appena la grande imperscrutabilità del mondo acustico, la policromia, la poliritmia e la forza lineare del suono, da cui le antiche leggende cosmogoniche facevano procedere il mondo visibile e intangibile. […] Ci siamo ormai abituati a un’arte che ignora il suono e spesso, ad esempio, alla vista di doccioni gotici non pensiamo affatto che essi in realtà sono vivificati soltanto dallo scrosciare della pioggia.[1] 

[1] In Marius Schneider, Pietre che Cantano, Studi sul ritmo di tre chiostri catalani di stile romanico, traduzione di Augusto Menduni, con uno scritto di Elémire Zolla, “Testi e documenti”, SE, Milano, 2015, pp.12-13.

Come avviene l’incontro con ogni artista, al planetario, e quale lavoro c’è dietro?

AP: Diciamo che la regola è che il-la musicista invitato-a cambia ad ogni appuntamento, da alcuni anni abbiamo esportato la rassegna in altri planetari in Italia e in Europa come qui a Modena in collaborazione con NODE. Spesso accade che nelle date in trasferta suoni un musicista che ha già collaborato con noi. La prima programmazione di Paradoxes è stata caratterizzata dalla presenza di musicisti legati a Lorenzo Senni ed alla nascente etichetta Presto?! . Lorenzo ha curato la selezione dei musicisti soprattutto per le prime tre edizioni, poi negli anni la rassegna si è arricchita di altre collaborazioni e sperimentazioni musicali, come Troglosound di David Vanzan e Virginia Genta che attualmente curano parte degli eventi che si organizzano al planetario di Ravenna e Club Adriatico con cui organizziamo un evento annuale in collaborazione. Quindi ci sono tante collaborazioni ma anche un piccolo lavoro di rete tra quelle che io considero tra le realtà più valide nell’ambito della proposta e della sperimentazione musicale.

Questa volta siete in dialogo con Caterina Barbieri…

AP: Sì, con Caterina ci sono già state due collaborazioni precedenti, nel 2017 ha suonata al planetario di Ravenna invitata nell’evento in collaborazione con Club Adriatico e Presto!? ed è stato un ottimo incontro che abbiamo replicato in occasione di Terraforma 2018. La ricerca musicale di Caterina è molto vicina ad una logica inesorabile di ripetizione di piccole variazioni che nella lunga distanza causano grandi cambiamenti di scenario, penso che il suo lavoro dialoghi molto bene con il movimento delle stelle del planetario e con i paesaggi cosmogonici che si creano sotto la cupola. E così abbiamo deciso insieme a NODE di proporre la perfomance anche al planetario di Modena quest’anno.

Oltre a ciò che accadrà a NODE, il vostro lavoro interseca vari linguaggi con una particolare attenzione ai dispositivi ottici. Un tipo di processo rizomatico, mi verrebbe da dire.

Come si articola la progettualità di un lavoro così complesso e multiforme?  

AP: La nostra ricerca nasce in ambito teatrale ma ha sempre sconfinato fin dall’inizio in una dimensione in cui arti visive, fotografia sperimentale e musica si intrecciano e concorrono alla creazione di meccanismi scenici che avvolgono lo spettatore introducendolo in un orizzonte di percezione non ordinario. Le performance per camera ottica sono un esempio del modo in cui lavoriamo utilizzando dispositivi ottici manipolati oltre il loro uso ordinario. Negli spettacoli per camera ottica il dispositivo fotografico è stato ingrandito in modo da poter contenere un pubblico che assiste alla messa in scena di immagini a colori in movimento catturate in tempo reale. L’esperienza visiva ed uditiva nella quale ci si trova coinvolti come spettatori è una sorta di cinema a colori delle origini dove la percezione dello spettatore sprofonda e si confonde con l’immagine generata dal dispositivo. In generale l’attenzione e l’importanza dei dispositivi che caratterizza molti dei nostri progetti non è una semplice ostentazione di tecnologia o di un meccanismo complesso o semplice che sia, l’importanza risiede nella capacità di queste macchine sceniche di generare un mondo nel quale potersi perdere cascandoci dentro.

giovedì 15 novembre ore 21.00 – Civico Planetario di Modena

ABOUT NODE

NODE è il festival dedicato all’incontro delle arti visive con la musica, il cinema e le nuove tecnologie, che porta in Italia i progetti più interessanti e ricercati della scena mondiale, proiettando Modena come punto di riferimento all’interno del panorama internazionale rispondendo alla necessita di sperimentare forme di espressione e riempiendo spazi con nuovi suoni e nuove immagini. Nel corso degli anni NODE è diventata una manifestazione di grande importanza all’interno del calendario nazionale grazie al suo carattere unico, capace di attirare nei prestigiosi spazi della città migliaia di persona per assistere ad anteprime nazionali.