Protagonista indiscusso dell’avanguardia fin dagli anni ’70, Lino Capra Vaccina ha appena dato alle stampe un nuovo album: Sincretico Modale, in uscita il 4 marzo. Ce ne parla in questa lunga intervista che va dalle sue prime esperienze in formazioni mitiche – come Aktuala e Telaio Magnetico – fino al 2022. Al cuore di tutto una riflessione sull’arcaico e sul futuro e una grande domanda: possono le musiche tradizionali guidare la composizione di musica nuova ancora oggi?

Per parlare del tuo lavoro mi vengono in mente tutte parole legate al tempo: antico, arcaico, futuro… mi sembra che queste dimensioni siano state sempre presenti nel tuo modo di relazionarti al suono. Penso ad alcuni titoli (Antico Adagio, Arcaico Armonico), alla storica formazione Aktuala e al desiderio di riportare musiche popolari asiatiche e africane all’attuale e ad altri progetti più recenti in cui mi sembra che il suono continui ad essere un modo per viaggiare nel tempo, o costruire nuove temporalità. Che ruolo hanno avuto “antico”, “arcaico” e “futuro” nel tuo percorso di ricerca?

Sono dimensioni parallele, ancestrali, che ci appartengono, sono in noi da sempre, nel caso di Antico e Arcaico, li ritroviamo nel presente che, nel suo continuo divenire, crea l’anticamera del futuro, probabilmente Antico e Arcaico, prima di essere tali, sono stati un presente, e un possibile futuro. Nella mia musica, attraverso il suono e il suo silenzio, queste dimensioni sono state e continuano a essere fondamentali, mi permettono di fermare il moto perpetuo, per qualche attimo, e di “sentirsi sentire”, esprimerlo attraverso la musica, è importante per riuscire a vivere un presente che ci sfugge.

Nella fervida Milano degli anni ’70 nascono appunto gli Aktuala, dal tuo incontro con Walter Majoli (e Daniele Cavallanti, Antonio Cerantola, Laura Maioli, Otto Corrado, Attilio Zanchi, Marjon Klok, Trilok Gurtu, Kela Rangoni Macchiavelli, Fabrizio Cassanoi). Quali ascolti e quali necessità vi hanno portato verso la ricerca delle musiche tradizionali asiatiche e africane? Come si è formato il gruppo e come nata vostra collaborazione con Franco Battiato?

Con Walter ci siamo conosciuti al negozio di dischi e strumenti musicali della Ricordi in galleria del Duomo di Milano, con me c’era Antonio, facemmo amicizia e iniziammo a suonare insieme, dopo poco tempo, stufi di fare una musica derivativa, iniziammo a fare musica originale nostra, così decidemmo di fondare gli AKTUALA, inizialmente eravamo un trio, poi si aggiunsero Laura e Daniele. La motivazione principale è stata la necessità di creare un linguaggio musicale fuori dai canoni comuni, di conseguenza lo studio delle musiche asiatiche e africane, ci portarono verso altri linguaggi sonori,modi esecutivi ed espressivi, che contribuirono a creare il nostro Sound. Franco venne a sentirci suonare, rimase entusiasta, ci presentò al produttore della Bla Bla records Pino Massara,che ci mise sotto contratto, e ci fece registrare il nostro primo disco,il resto è storia.

Un solo tour nel ’75, di cui – ringraziando Musicando e Black Sweat Records – ci restano tracce. È l’esperienza di Telaio Magnetico, un’altra grande formazione con te alle percussioni e vibrafono, insieme a Juri Camisasca, Terra di Benedetto, Franco Battiato, Mino di Martino, Roberto Mazza, Vincenzo Zitello. Con che idea nasceva questo progetto e quale è stata la sua storia?

L’idea era di fare un gruppo fuori da ogni cliché musicale, con un linguaggio Sonoro, basato su ricerca, sperimentazione, avanguardia, eravamo tutti amici, con più o meno gli stessi intenti in musica, decidemmo così di metterci insieme, quella breve tournée fu straordinaria, e grazie  a due fan, presenti uno al concerto di Reggio Calabria e l’altro al concerto di Gela, che mi regalarono i nastri delle  registrazioni dei concerti, che conservai, oggi abbiamo la possibilità di ascoltare, quella avventura straordinaria.

Pensi che le musiche tradizionali possano ancora guidare l’avanguardia oggi? Con “avanguardia” intendo quella fetta di musicisti che oggi portano avanti una pratica di ricerca, pur consapevoli di trovarsi in un periodo completamente diverso dagli anni ’70… chissà, esisterà un’avanguardia in una concezione circolare del tempo?

Ci sono musiche tradizionali che hanno nella loro espressione, un’ancestralità sonora, che trascendendono il tempo e lo spazio, quindi per chi ha una percezione, una fruizione curiosa, attenta, può essere ancora da guida,ispirare, e anche dove questo non è cosciente, è comunque presente,intrinseco, si, penso che esiste ancora.

Negli ultimi anni hai lavorato a diverse produzioni discografiche, sia in solo (Metafisiche del suono, 2017) che in collaborazione con progetti come il duo Untitled Noise (Perpetual possibilities, 2019) e Annie Barbazza (Vive, 2020)…

Si, insieme alla mia attività artistica discografica in solo, ci sono da sempre anche quelle in collaborazione, e negli ultimi anni, sono diverse…

Quali progetti ti vedono impegnato nel futuro?

È in uscita il mio nuovo album Sincretico Modale (4 Marzo 2022).

Poi ci sono in programma due collaborazioni discografiche, per la primavera/estate, poi dei concerti tra Giugno,Luglio e Settembre .

Come definiresti Sincretico Modale?

Alla base dell’origine di Sincretico Modale c’è la ricerca di esprimere in musica, alcuni aspetti inerenti la Filosofia del Sincretico, e una mistica sonora inerente al Sincretico Modale, i brani del disco nascono con questi contenuti, che hanno accompagnato la loro realizzazione, sia in fase di componimento, sia durante le sessioni di registrazione, il titolo “Sincretico Modale” rappresenta una congiunzione di parti che si integrano, interagiscono, dando luogo a nuovi mondi Sonori.